Archivio di Ottobre 2010

La notte

lunedì, 25 Ottobre 2010 by

Splendida, romantica, violenta

La notte.

 La genesi di tutti i mali e l’epilogo di ogni giorno,

la notte.

La sintesi del dolore e la madre dei cuori dolci,

la notte.

Il peccato e la follia è

la notte.

Sei di una violenza morbida e compatta,

io di una pazienza ostinata e violenta.

All’improvviso ti sento arrivare,

 i passi sicuri li sento.

 Imperturbabile come una roccia,

il  profumo mi confonde.

Mi prendi e

mi hai.

La notte ha il tuo nome.

Lieve

domenica, 10 Ottobre 2010 by

[Mi sento stupida e stranita. Vorrei non avere tutta questa voglia di scrivere,perchè è autolesionismo.Autolesionismo allo stato puro. Scrivo,Leggo,Rileggo, – e mi rendo conto di quanto sia vero quello che dico- quasi quasi Cancello. Oggi è una domenica un po’ fredda,esattamente come vorrei essere io dentro di me,almeno solo per un giorno.Anche stavolta è colpa del mare se mi sento di fare questo esperimento.]

Lieve

il rumore del niente si perde nelle mani di ignari passanti. Io me ne sto in un angolo,a guardare.  La persona al mio fianco mi dice qualcosa, racconta delle sue innumerevoli situazioni ma l’unica cosa che sento è brusìo. Tu,intanto,te ne stai comodo nelle tue convinzioni e ti vedo fin troppo distante, oggettivamente sicuro di te e con un tutto sotto stretto controllo.  Non parlo spesso, non mi espongo, me ne sto volentieri ad ascoltare le parole che vorrei dire ma che non dico,non tanto per mancanza di coraggio quanto più per spirito di autoconservazione. Sì,perchè dire tutto e dirlo adesso significherebbe mettere a rischio me stessa, per troppo. O per troppo poco. Eppure mi sento stupida e stupita- di quanto possa dare senza volere nulla in cambio, solo un effimero senso di appartenenza. Non valgono molto le frasi di chi non sa cosa vuole,di chi cerca a destra e a manca qualcosa di diverso dal solito Amore.  Come se provarlo fosse una colpa, una mancanza, un difetto, una debolezza. A volte mi domando del perchè e per come non riesco a prescindere da questo flusso di aggettivi e verbi- che mi imprigionano. Nel mio schema mentale, non c’è spazio per la superficialità di una relazione statica. Siamo esseri  in continua evoluzione e in continuo mutamento,voglio qualcuno che lo capisca e non giudichi i miei cambiamenti come frutto di momenti passeggeri,destinati ad essere dimenticati e sciolti come nodi.Non vorrei mai più dover sentire quel “Sei cambiata,sei diversa” pronunciato con sulla lingua una punta di veleno. Cosa ci può mai essere di così tanto anomalo ? La normalità  è un concetto troppo relativo per poter essere rinchiuso in un paradigma. Oggi però vorrei essere come ghiaccio-fredda,impassibile.  Uso le mie parole – o loro mi usano? Vorrei saperlo per poter affinare la tecnica e progettare un’efficace difesa.

La lama affilata delle mie emozioni ho l’impressione che non nutra nessuno e ferisca solo me.

Treni da perdere

venerdì, 8 Ottobre 2010 by

[Parto in netto svantaggio sulle concorrenti, perchè loro hanno avuto dalla loro parte  il tempo e chissà,anche l’occasione, per viverti più di me. Non mi sento migliore, nè peggiore. Mi sto innamorando,penso.E ora sono c. miei. Nuovi esperimenti,sempre più melanconici,a tratti patetici].

«Mia moglie non ci crede che questo treno va a Lanciano.»
No signora,mi dispiace. Ci creda perchè ci va, ci andrà sempre e ci lascerà senza creatività anche stavolta. Perchè ogni tanto mi ricordo di salire su treni che dovrei lasciar stare e sarebbe meglio così.Per tutti. Che gusto ci sarebbe poi però nel ritrovarsi svegliati nel cuore della notte da un sordo rumore nel petto?Noi abbiamo il problem solving incorporato solo per i problemi che non ci interessano o che riguardano altri, e se  ci troviamo per sbaglio dentro quelli di una certa importanza,cerchiamo di guardare fuori dal finestrino per non ammettere mai a noi stessi che,forse,ci stiamo sbagliando.Che forse ci siamo imbarcati sul treno sbagliato,o su quello giusto ma non vogliamo accettarlo,a volte anche senza volerlo. Ma scendere e ripartire è la cosa più greve da fare. Sistemiamo i bagagli di questi vita senza farli pesare sui passeggeri,il più delle volte inconsapevoli. O consapevoli che fingono di non sapere.(Io invece lo vorrei sapere. Ti vorrei amare sul serio ma non vorrei  sentirlo adesso,così.).Ignoriamo molteplici stazioni e vediamo cambiare le stagioni, così non ci accorgiamo che siamo ancora qui. Seduti.Inermi. Il mare mi scorre davanti, come una linea sottile e fa male.Sono più in basso di quanto non voglia dare a vedere, queste onde non aiutano e non respiro. Si può inzuppare tutto quanto quando sei sotto la pioggia, con il desiderio bruciante di lasciarti andare . Si bagnano i capelli, le vesti, il naso e le guance. Si bagnano le mani,le spalle,i piedi e i bagagli. Ma l’anima no. Ed è l’unica cosa che dovrebbe,perchè non si farebbe poi così tanto male.Si rinfrescherebbe, perchè a volte piange,si asciuga le lacrime e riparte ma non fa vedere niente. Tutto sembra così in corsa, e le case non sono nulla. Ci sono treni che sarebbe meglio perdere per non sentirsi così affaticati e senza difese,assolutamente pronti a ricevere il colpo nel punto più debole,stupidamente ben esposto. Colpisci. Non te lo so dire, ma tu per me aspetti qualcuna.
Me l’ha detto un pazzo,oggi,per strada « Hai l’aria di…aspettare qualcuno».

Caccia al fregio 2

venerdì, 8 Ottobre 2010 by

Complimenti ad Alessandro per aver vinto precisamente la caccia scorsa! Ma ora… passiamo al mistero del fregio nascosto! Ma dove si trova??? Anche qui mi serve il numero civico e la via e fate i bravi… E in più avete anche la hot line: 392 9634487. Un sms o una chiamata vale come una mail o un commento a questa pagina o su quella di facebook del nostro gruppo: il primo che me la dice giusta lo premio!

REGOLAMENTO RISERVATO A QUESTA CACCIA: vi lascio una foto sulla home e una su questa rubrica. In base a queste mi dovete semplicemente dire, tramite i commenti o la mailing o il cellulare o la diretta a voce a me medesimo, che via è e confidarmi il numero civico. Nel dire pubblicamente la via sul sito o su facebook, quindi nello scriverla, io non vi dirò se avete azzeccato o meno in forma pubblica, ma una volta che trovo chi mi ha dato la risposta esatta (prima degli altri) completa del numero civico confidatomi in forma privata, comunicherò il vincitore in queste pagine in maniera ufficiale. Chiaro? Na freca, ma avete capito lo stesso.

Che si vince? PREMI A SCELTA CON CD DE AMBULA RECORDS IN OMAGGIO:

– Una copia del CD dei JESUS FRANCO AND THE DROGAS offerto da DeAmbula Records

– Il ritorno dell’aperitivo. Offerto da me

– Una ironica recensione del vostro bagno di casa o di ufficio o di azienda da parte di Roger Vaters

– Un servizio fotografico vario e creativo da parte del Blow Up Studio a cura di Gianluca Scerni

– Dolci fatti in casa preparati o dalla Deliziosa o da Rò, a sorpresa

– un pomeriggio di birdwatching nell’oasi privata Alessandrelli dove scoprirete uccelli esotici rarissimi in una gabbia più che pregiata

Che dire? Dateci dentro!

L’abitudine

sabato, 2 Ottobre 2010 by

[Scrivo un po’ tra il disordine che c’è  nelle mie cose sparse ovunque. La mia casa in campagna è accogliente,come una madre tenera e affettuosa. La mia mentalità mi tiene inchiodata alle mie radici e mi spinge allo stesso tempo oltre. Proverò a fare un esperimento,stasera.]

Pesava ogni singolo passo su quella terra instabile.Il campanile scandiva le ore e sembrava tutto fermo. Sul ponte non c’era nessuno, il fiume era lento.Acqua dolce resa ancora più dolce dalla tranquillità di una notte come quella,dove tutto era concesso. La giornata era stata pesante, le lunghe ore di lavoro tutte uguali e monotone le avevano messo addosso una strana sensazione di impotenza,come se la vita fosse tutto lì. «E se fosse tutto qui? E se il nostro scopo è vivere così?» Allontanava ognuno di questi macabri presentimenti con maestrìa,distraendosi di tanto in tanto fissando pile di fogli sulla scrivania. Dovevano essere scritti e compilati in ogni parte, veloce,veloce,scrivi,consegna. Abitudine pura e nessuna originalità. Solo giorni copia-incolla. I colleghi di lavoro erano anche un po’ stronzi,di quelli che sai,ti squadrano per bene,cercando di appigliarsi ad ogni tuo difetto per colmare il loro senso di nullità. E non sanno neanche pensare a sè. Nella pausa se ne stava seduta su una poltrona, con un libro di narrativa in mano, qualcosa di un autore poco conosciuto ma che a lei piaceva molto. Era l’unico momento di verità in tutto quel trambusto. Poi nell’ora di punta,riprendeva la sua auto e se ne andava verso casa. «Cosa mangio per cena,cosa guardo in tv? Forse devo stirare. Sì. Abitudine odiosa» Accendeva la radio e inseriva un cd. Riflessione.

Ludovico Einaudi – In un\’altra vita

Ma quella sera voleva uscire e senza neanche toccare cibo,scese in strada. Si avviò sul viale principale,uno di quelli belli che di giorno sono pieni di negozi trafficati. Di notte sono spettrali, i manichini sembrano veri  ( o è chi ci circonda a sembrare finto?) . «Tutti uguali, tutti in serie.Tutti in fila.Tutti strani. Tutti automi». Intanto tra quei visi sconosciuti, belli ma appassiti,ogni immagine lussuriosa prendeva vita. Tra il lampione e il marciapiede, giovani coperti da pelli variopinte roteavano senza sosta. Lei tentava invano di catturarli,allungando le sue esili braccia come a volersi inserire nella folle danza. Loro la respingevano e sghignazzavano «Non puoi.». Allora andate e non tormentatela. Ma lei danzava lo stesso e girava,girava su se stessa, la testa le girava ma non importava. Poi si ritrovava seduta, sul ciglio della strada, da sola. Sveglia. Audace. «Andate via».

Ludovico Einaudi- Andare