Archivio di Novembre 2010

Non ha senso sentirsi così vuoti quando è evidente che siamo vuoti a perdere, tutti.

martedì, 23 Novembre 2010 by

(questa volta, io.)

Così anche oggi avevo un motivo per eclissarmi e sparire sotto il peso del piumone blu senza provocare il minimo fastidio nè rumore. Di nuovo. Si tratta di lasciarsi andare e mirare verso il centro del pensiero,dove nessuno può arrivare facilmente se non attraversando quello che è il mare impetuoso del tuo silenzio. Ci sono giorni come questi che sembra tutto più calmo e incrociando la solitudine degli altri abitanti di questo stupido Pianeta Terra, ci rendiamo conto che non ha senso sentirsi così vuoti quando è evidente che siamo vuoti a perdere, tutti. Gli unici vuoti a rendere che rendono davvero non sono contemplati nella vasta gamma delle presenze. Ora.  Ogni tanto il sole passa anche di qui e dalla tapparella dell’unica finestra filtra quella luce fastidiosa di un martedì mattina unico, per fortuna. Ora.  L’innocenza della parole viene violata ad ogni battito e poco importa se scrivi per un uomo,per una donna o per te stesso.

L’egocentrico se ne stava seduto con il suo telefono bene in vista  e le donne lo circondavano riempiendolo  di attenzioni.  A chi importa di te e della tua bravura quando hai mal di testa e non hai nessuno che ti dica una parola sincera, non per ottenere qualcosa? Un Aulin in quei casi è la cosa più importante da dare e da ricevere,tanto evidente quanto banale.Evitando di dire “Prego” con lo sguardo quando l’unica cosa che mi viene da dire è “Grazie”. Invece le parole le diamo  in pasto ai cani, ai critici e agli intenditori che in realtà non hanno capito niente di quello che intendiamo dire. L’egocentrica come l’egocentrico se ne sta seduta in pigiama di fronte alla finestra dalla quale si intravede l’orologio del Comune e l’asse attrezzato. Così le vengono in mente frasi già dette e scritte milioni di volte,più qualche altra piccola perla di saggezza da sussurrare all’orecchio dell’amante in un momento di intimità,per farsi notare. Non è di certo molto diversa dal resto della marmaglia eppure si illude. Puoi rubarmi tutto quello di cui hai bisogno e non restituirmelo mai, sai di rubarmi l’innocenza dei miei scritti e dei pensieri molto prima che io stessa mi decida a imprimerli nelle pagine di un vecchio quaderno a righe che in un cassetto mi aspettano e chiamano. Non chiamano me nè te nè lei nè voi ma chiamano chi ha ancora qualcosa da dire e il coraggio di dirlo senza censure. Nel cuore della notte,stanotte o forse anche ieri notte, ho smesso di temere di violare ogni idea che mi sfiora, nel momento meno opportuno.Ho visto le auto incolonnate e ho immaginato queste stesse parole prendere forma in ognuno di quei soggetti lì fuori alla guida. Con le parole posso crearti e tenerti stretto qui, lontano. Davanti a questo caffè starò attenta a non tradirmi e a non guardarti, per il bisogno di non saperti altrove.

Vorrei che ti voltassi ora

lunedì, 8 Novembre 2010 by

I miei silenzi cadevano tra le foglie d’ottobre,

i miei passi lasciavano ricordi sulla strada,

le tue labbra mi accolsero in autunno per scaldarmi in inverno.

Ricordi? Vorrei che ti voltassi come allora.

Hai mai visto le ultime onde del mare di ottobre?

Non ho niente, più niente, di tutto questo

perché niente di tutto questo

potrà essere come te.

Niente di tutto questo

mi ridarà il mondo nei tuoi occhi, tesoro.

Sono solo nel paradiso, senza tue spiegazioni,

mi hai lasciato con le mie parole tra le tue labbra.

Vorrei che ti voltassi ora

e ricordassi

tutto quello che c’era per te,

l’amore più grande

che non hai mai affrontato,

sono qui con

le lacrime di una pioggia mai nata.

Prima di prendere quell’autobus,

tra le foglie d’ottobre, come un anno fa,

tra i nostri silenzi da giovani amanti,

voltati ancora una volta.

Sono qui.

(testo & ricordi: luca di francescantonio)

PAM 001

lunedì, 8 Novembre 2010 by