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Valentina e i coriandoli. E un party sbagliato.

domenica, 27 Settembre 2009 by
La mia personale visione della Valentina di Crepax per Coriandoli D'Arte.

La mia personale visione della Valentina di Crepax per Coriandoli D'Arte.

Fine mese scorso ho partecipato con piacere a Coriandoli D’Arte, da una idea di Arena7 con a capo Gaetano Campana, presso il Teatro Fenaroli a Lanciano. L’evento si è svolto per la seconda volta, non perdendo lo spirito iniziale dell’assoluto mix creativo tra più arti: fumetto, danza, poesia e musica… Questa volta è stato più dosato, contenuto e godibile con i tempi ben più studiati e senza “imprevisti” d’artista. Il che mi ha fatto piacere, credetemi.

Ho avuto l’emozione particolare di disegnare in pubblico, dopo aver dato il cambio a Luca Cicchitti, entrambi coinvolti dall’idea particolare, mia, di omaggiare la Valentina di Crepax, visto che più o meno saranno 45 anni che l’eroina erotica è presente nel nostro immaginario e non si è mai fatto abbastanza per ricordare un artista elegante, raffinato e di cultura milanese come Guido Crepax. La Valentina e i suoi bianco e neri. Il suo viso scoperto di luce oltre il caschetto glamourous. I suoi occhi di cristallo e le sue labbra pronte a sussurrare. Ho dei ricordi di copertine nate negli anni ’70 che adesso magari escono fuori da qualche mercatino o antiquario, con lei immersa nel nero di una poltrona assolutamente distesa nell’ozio dell’attesa. Immaginario. Tra la realtà e il sogno di nebbia di una Milano vissuta, lasciando fuori dalle pagine i canoni di pregiudizio metropolitano.

E l’ho disegnata, in pubblico, proiettata su un grande schermo. Aggiungendo l’idea di Gaetano: “immergiamola nel connotato abruzzese”. Tra terremoti e petrolio, (mai abbastanza da piegare la nostra madre terra, ma troppo per offenderla), la mia Valentina la immergo in un mare futuro di nero, appoggiata alla colonna di cemento di una prossima piattaforma petrolifera. Non è il mio futuro, non è la mia terra. Ma potrebbe essere così se non stiamo attenti. E’ l’unico messaggio che si potrebbe lasciare.

Non si è mai abbastanza attenti alle cose che abbiamo intorno, credo che ci manchi ancora quella sensibilità tutta personale di preservare e proteggere ciò che è prezioso e unico. Viviamo il nostro tempo in questa regione, ma chiediamoci se facciamo mai abbastanza. Pensiamo che sia solo un fatto politico, ma la politica ci ha sommersi troppo da rimanere assuefatti alla pigrizia mentale, ci dimentichiamo di quante piccole differenze possiamo fare da soli. Non ricordiamo mai abbastanza quello che abbiamo.

Se ricordiamo noi allora qualcuno si ricorderà anche tra le poltrone e non sarà tutto così stupido. Mi sento ospite in una festa che non c’entra nulla con me, mi guardo attorno e vedo persone distanti anni dalle mie abitudini. Cosa festeggiano? Ci sono sorrisi e carte di credito, il club è riservato, ma rappresentativo. L’elité è composta da uomini di poltrona e donne da letto e, credetemi, per chi sa come la penso, non è il peggio quello che vi danno da vedere nelle vostre TV, troppo facile dare l’aureola ad una escort, è la porta di uscita per non guardare il resto, dico invece che a volte è proprio il vostro partito nella vostra regione ad essere più puttana e puttaniere nello stesso tempo, e, cari progressisti, nessun partito è escluso. Il party è di ragazzi anziani e di anziani ringiovaniti, non c’è più limite ai coriandoli di parole che ci piovono addosso. Il party è lungo e qualcuno fuori di testa farà lo stesso errore di alzare il gomito prima di pensare. Questo è il potere.

La mia Valentina ha voglia di altro. Ha voglia come me. Fottuttamente passionale come me e come me conscia che ogni buon amante che si rispetti, corteggiatore e paziente, non viene mai ascoltato se non alla fine dei giochi. E si, sono ancora nella mia “fase”.

Ma questo non è importante.

Non quando puoi vedere ancora il mare disteso e blu e amarlo ancora come ami ogni cosa della tua vita.

E sorrido amaro, quando giro le spalle ed esco dal party e penso che in inglese “party” significa, anche, “partito politico”.

Tutti qui, nella nostra terra, sono capitati nel party sbagliato. Nessuno escluso.

Luca.