Lo zucchero è bianco

mercoledì, 11 Maggio 2011 by

Parlava per ovvietà ed era ciò che gli riusciva meglio. Eccolo, l’uomo che crollava  sotto un foglio di carta. “ Se vuoi rimango” , ma lui non voleva che rimanesse. Tutto quel caos gli aveva messo addosso solo la voglia di tornare a casa per gettarsi sotto la doccia. L’acqua calda l’avrebbe avvolto ed avrebbe svolto il suo mestiere, trascinando via oltre la sporcizia accumulata nei pori, anche la purezza dello sguardo che quella sera lei gli aveva donato. Non era forse pronto per amare di nuovo degli occhi fragili? Versò nel suo bicchiere un po’ di vino bianco e rimase a fissare il tavolo da quattro posti vuoti. Sedie solitarie dagli schienali gelidi, parti di discorsi rimasti sospesi nell’aria di una cucina disabitata. Trovava quelle sere decisamente trash e cercava di riempirle con qualsiasi cosa non prevedesse interazioni sociali. Così accendeva la tv, si preparava un panino e si nascondeva nel divano.

“Chissà a cosa ha pensato in quel momento. E se sono diventata egocentrica io tutto d’un tratto o quella frase era proprio per me”, mentre il rumore del phon dentro un bagno piastrellato in blu accompagnava pensieri in sottofondo. Venti secondi di pioggia sottile e si lasciò  esistere, mentre appoggiava la punta del suo naso su un collo che per un momento rappresentò la perfezione del silenzio.

“Scendi che andiamo a prenderci una birra” . Risuonò l’invito del suo più caro amico e lui era in pigiama e pantofole. Cosa ne avrebbe detto se gliene avesse parlato? ( Ma chi può dirci che non l’abbia già fatto – suggerisce la voce narrante al malcapitato lettore). Forse l’avrebbe trovato diverso da come cercava di farsi vedere? “Non saprei ,non saprei” si ripeteva mentre scendeva le scale e si malediceva.

Molte volte ai due era venuto in mente di chiamarsi e di farsi delle domande ma nessuno di loro osava interrompere l’altro nella contemplazione del proprio percorso di vita. Insomma, una cosa risultava chiara: se quella sera non si fossero persi su una riva di un lago, con le rane che gracidavano e lei che non sapeva come muoversi, quante cose ovvie non avrebbero condiviso!

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