Archivio di Dicembre 2009

La misteriosa simpatica faccia di pietra

sabato, 26 Dicembre 2009 by

Continua la simpatica Caccia al Tesoro per le vie di Lanciano perché ho visto che vi tira assai! Magari per esercitare meglio il nostro spirito di osservazione e scoprire, chissà, cose per noi nuove, ma lì da tempo… Dopo la vittoria stracciante di Bruna scopritrice della grande Ghianda (scrivetemi se volete sapere dov’era…) tocca ora ad un particolare forse più difficile, ma sicuramente affascinante e misterioso. Come avete già potuto vedere dalla foto si nasconde tra le pietre di un muro una misteriosa simpatica faccia! Signori, mi basta sapere solo la via!

REGOLAMENTO: vi lascio una foto sulla home e una su questa rubrica. In base a queste mi dovete semplicemente dire, tramite i commenti o la mailing, che via è e confidarmi il numero civico in segreto, in comunicazione privata, tanto per difendere la privacy dell’eventuale proprietario del particolare. Nel dire pubblicamente la via, nello scriverla, io non vi dirò se avete azzeccato o meno, perlomeno non in forma pubblica, ma una volta che trovo chi mi ha dato la risposta esatta comunicherò il vincitore in queste pagine in maniera ufficiale.

Che si vince? Premi a scelta, alquanto amichevoli, tra i quali:

– Una ironica recensione del vostro bagno di casa o di ufficio o di azienda da parte di Roger Vaters

– Un servizio fotografico vario e creativo da parte del Blow Up Studio a cura di Gianluca Scerni

– Dolci fatti in casa preparati o dalla Deliziosa o da Rò, a sorpresa

– Aperitivo offerto dal sottoscritto da gustare sulla terrazza di San Vito, in pieno relax pomeridiano

In più la DeAmbula Records mette a disposizione per i premi a scelta:

– 2 copie di TAJGA dei THE MARIGOLD(prodotti da Amaury Cambuzat degli Ulan Bator/Faust/ChaosPhysique)
– 2 copie di NOIR dei MAGPIE(band capitanata da Daniele Carretti degli OFFLAGA DISCO PAX)
– 2 copie di GET FREE OR DIE TRYIN dei JESUS FRANCO & THE DROGAS (prodotti da Fabio Magistrali, Afterhours)
– 2 copie di DISTRIBUTORE DI COLPE dei DAPHNE CRONICA

Detto questo, rintracciate LA SIMPATICA FACCIA DI PIETRA  entro il 12 gennaio!  Vi allego la foto e… buona caccia!

La misteriosa simpatica faccia che compare da un antico muro di Lanciano

La misteriosa simpatica faccia che compare da un antico muro di Lanciano

Il vincitore della Caccia alla Faccia...

Il vincitore della Caccia alla Faccia...

Caccia alla ghianda

martedì, 22 Dicembre 2009 by

Continua la simpatica Caccia al Tesoro per le vie di Lanciano! Magari per esercitare meglio il nostro spirito di osservazione e scoprire, chissà, cose per noi nuove, ma lì da tempo… Dopo la vittoria di Gennaro su tutti scoprendo il balcone dei Sette Nani (mandatemi una mail privata per sapere dove), ora tocca ad un nuovo possibile vincitore, chi sarà mai? Questa volta: OCCHIO ALLA GHIANDA!

Funziona così: vi lascio una foto sulla home e una su questa rubrica. In base a queste mi dovete semplicemente dire, tramite i commenti o la mailing, che via è e confidarmi il numero civico in segreto, in comunicazione privata, tanto per difendere la privacy dell’eventuale proprietario del particolare. Nel dire pubblicamente la via, nello scriverla, io non vi dirò se avete azzeccato o meno, perlomeno non in forma pubblica, ma una volta che trovo chi mi ha dato la risposta esatta comunicherò il vincitore in queste pagine in maniera ufficiale.

Che si vince? Premi a scelta, alquanto amichevoli, tra i quali:

– Una ironica recensione del vostro bagno di casa o di ufficio o di azienda da parte di Roger Vaters

– Un servizio fotografico vario e creativo da parte del Blow Up Studio a cura di Gianluca Scerni

– Dolci fatti in casa preparati o dalla Deliziosa o da Rò, a sorpresa

– Aperitivo offerto dal sottoscritto da gustare sulla terrazza di San Vito, in pieno relax pomeridiano

Detto questo, rintracciate LA SIMPATICA GHIANDA che orna la magica entrata di chissà quale misterioso edificio, entro il 10 gennaio!  Vi allego la foto e… buona caccia!

La misteriosa Ghianda! Dove sarà?

La misteriosa Ghianda! Dove sarà?

La vera vincitrice!

La vera vincitrice!

Il vincitore morale

Il vincitore morale

Teddy

domenica, 20 Dicembre 2009 by
Teddy, l'orso di peluche

Teddy, l'orso di peluche

Teddy è l’orsacchiotto di peluche appoggiato sopra il ripiano dei giochi nella camera di Mila. E’ stato appena scartato dal pacco regalo sotto l’albero e dopo un bel po’ di buio è stato accolto dalla luce e dal calore. Subito accudito prontamente da Mila, divenuta inseparabilmente amica di fantasie e giochi in questi giorni di Natale, tra il caminetto acceso, i tappeti rossi e le luci appese dal babbo dentro e fuori casa.

Teddy trova la casa calda e pensa che non è male. Come non è male Mila che lo guarda sempre con quegli occhioni grandi scuri e ridenti. E sì, poi ride. Ride tanto Mila. E i suoi abbracci sono forti. E caldi. Tutto sommato non è male la sua vita di peluche.

Si ricorda dei discorsi che faceva con gli altri suoi compari in fabbrica, erano tutti lì impacchettati l’uno accanto a l’altro, odoravano di buono e si era tutti eccitati nell’immaginare cosa sarebbe accaduto dopo.

Il dopo per un orsacchiotto di peluche è un concetto non troppo elaborato, non troppo spesso o filosofico come noi umani sovente riusciamo a pensare, ma tant’è che un briciolo di pensiero, di tocco, in quegli orsacchiotti della famosa fabbrica di giocattoli c’era. E nei pensieri, coltivati tra dicerie e previsioni, c’era il “dopo”.

Non stupitevi più di tanto. Un peluche come qualsiasi altra cosa creata dall’uomo ha effettivamente un’anima. L’uomo non se ne accorge mai, mai abbastanza, ma tutto ciò che fa o tocca è destinata a lasciare un segno, ogni cosa che produce ha parte della sua vita insita. E quindi, è come se soffiasse o cedesse parte della sua linfa vitale all’oggetto che ha creato. Teddy, come gli altri suoi simili (e simili è il concetto più adeguato, visto la sua perfetta somiglianza con gli altri orsacchiotti dell’azienda), aveva dentro di sé quel tocco dato da uno sconosciuto creatore creativo, parte di codesto padre era ora in lui. Teddy è peluche arancio e ocra brillante, occhi di plastica neri grandi abbastanza da coprire un terzo del volto, orecchie tonde perfette e piccole, nasetto di spugna verniciata all’insù, sorriso cucito buono e tenero e un panciotto a bottoni grandi verdoni, di stoffa e velluto verde scuro. E sempre con le braccia aperte.

Mila non perde mai un attimo, corre da una parte all’altra della stanza, raduna le bambole e la tavola piccola del the, e poi al solito si prende Teddy con sé e non perde tempo a presentarlo alla sua maniera alle sue amiche di plastica. Teddy è un po’ timido, per fortuna non sa arrossire, ma comunque è imbarazzato. Le bamboline già lo conoscono e non perdono tempo a ridere un po’ per la situazione, Teddy è grosso per loro e per quel tavolino, è davvero ingombrante, non è proprio il principe azzurro che avrebbero voluto arrivasse con una bella lucente automobilina.

Ma a Teddy non importava. Teddy voleva solo stare con Mila. Ormai da quel Natale è passato un  bel po’ di tempo e Mila e lui sono diventati inseparabili. Mila cresce e non tarda a notare o vedere alcune cose e poi si fa un sacco di domande su tutto, sui suoi genitori, sulla tv. Domande che chiede a caterva a Teddy, soprattutto di notte, sotto le coperte, quando lo abbraccia forte. Quante domande, Mila. Ma Teddy vorrebbe davvero risponderti, solo che può darti solo un abbraccio. Pare che basti, Mila si riposa e dorme profondamente dopo cinque minuti. Nella stanza tutto si fa buio, cade il silenzio come una coperta in più, sente il respiro di Mila regolare e candido. Forse questa pace si chiama vivere. Il pensiero profondo gli fa rimanere gli occhi di plastica aperti, come sempre.

Mila cresce e si fa grande. Adesso legge i libri e i fumetti. Mette tutto in ordine e ha anche un po’ da studiare, visto la mole di compiti. Nel mettere tutto a suo posto cerca di dare una collocazione ai suoi giochi, alcuni molto vecchi ormai. E poi non avrebbe spazio per i libri. Teddy nota che Mila in fondo è cambiata. Non dorme più con lei e ora lo adagia su uno scaffale insieme alle bambole di plastica ormai vecchie e scolorite dal passare degli anni e insieme agli altri suoi compari, l’anatra di peluche, la scimmia marinaio, il clown sgargiante e tutti gli altri vecchi e nuovi incontrati in quella stanza in questi anni.

Mila è cambiata. Teddy non ha trovato mai le parole per dirglielo. Non ha parole in realtà, solo spirito. E quello spirito ha qualcosa, la sua anima preme dentro il suo cuore di stoffa, lo travolge abbastanza nonostante tutto questo tempo, impetuosamente forse una piccola parola potrebbe sgorgare dalle sue labbra decorative. Teddy si sforza, dallo scaffale, ma non riesce a dire. Mila è volta di spalle, intenta a fare altro, ma lui non riesce a chiamarla. E a dirgli che. Che dopo tutto questo tempo, dopo essere stato a lei vicina, dopo averla ascoltata e stretta, lui la ama.

Ma niente. Fermo. Immobile. Nessuna parola.

I suoi compari lo guardano e glielo dicono. Lo spirito parla per loro e agisce su onde diverse dalle nostre, chiaramente. Una sorta di telepatia che noi sordi umani materiali non possiamo percepire.

“Teddy, non fare così. Lo sai che non puoi. Non è concesso…”

“Teddy, hai il cuore di stoffa più caldo che ci sia, ma lei è una umana…”

“Teddy, lei è cresciuta ormai e noi siamo già fortunati se tutti quanti invecchieremo insieme tra di noi…”

“Teddy, non ci pensare. Hai fatto quello che dovevi fare. Lei è stata amata.”

“Teddy, sei un giocattolo vecchio ormai. E’ normale che ci sia un altro ora…”

Teddy non vorrebbe ascoltarli.

Se potesse, piangerebbe. “Ti amo, Mila.” è davvero l’unico pensiero.

Mila è quasi una donna ormai e vive ancora dai suoi, sta finendo gli studi. Ha pensato bene di invitare il suo ragazzo a casa per Natale, un’occasione buona per presentarlo meglio a mamma e papà. Anche se è un po’ emozionata.

Ha addobbato lei il salotto quest’anno. Il presepe e l’albero, ci ha dedicato passione e tempo. Ha sempre amato il Natale, fin da quando era piccola. Fin da quando suo padre le regalò… quell’orsacchiotto di peluche…

Mila torna nella sua stanza e si guarda attorno. E’ sera e il suo ragazzo sta per arrivare. Lo ama davvero, ma ha paura a dirlo. Ritrova il suo vecchio confidente di anni fa, il vecchio Teddy è ancora seduto lì su quello scaffale in alto. Lo guarda, ha un occhio di plastica che gli penzola giù. Mila sorride e lo accarezza, come se volesse ricatturare un Natale di secoli fa.

“Come stai?” le dice.

Teddy vorrebbe dirglielo. Ma gli basta solo quel tocco.

Solo quelle dita. Dopo tanti anni.

La notte scende. Il salotto ha un tavolo imbandito mentre gli ospiti prendono posto. La tv e il telegiornale annunciano le ultime notizie, chiudono parlando di una nota fabbrica di giocattoli che sta per chiudere. Mila e il suo ragazzo si guardano tra le luci di alcune candele, sua madre ha il tempo di lanciare una battuta e farlo entrare in famiglia.

Dal presepe, senza essere visto, un angelo si stacca dalla grotta. Giusto in tempo per trovare il vecchio Teddy.

Tutto accade a Natale.

“Teddy, ciao vecchio mio”

“Ciao angelo… e buon Natale!”

“Buon Natale anche a te…”

“Come mai da queste parti, dovresti stare in tutt’altra situazione…”

“Oh, diciamo che qualcuno mi ha mandato da te e che era il caso di farti un regalo questo Natale…”

“Angelo mio, sono vecchio e stanco e ho amato abbastanza, tanto. A chi vuoi che importi questo?”

“A qualcuno importa sempre. E sa del tuo cuore di stoffa pieno di peluche bianco, Teddy. E sono passati abbastanza anni, anche per te. E Mila hai visto com’è cresciuta…”

“Si… Ho visto…”

“E’ diventata una donna brillante, generosa, attenta, sensibile. Molto sensibile, vecchio Teddy. Non certo una bambola di plastica.”

“Lo so, lo so…”

“E questo grazie anche a te.” L’angelo risplende. E accarezza Teddy.

Teddy per la prima volta piange. Le sue lacrime sono asciugate un po’ dalle ali del messaggero.

Il vecchio orsacchiotto chiude gli occhi, ora.

E per sempre.

L’angelo sfiora il suo cuore di stoffa e ci soffia su. Tutto il peluche bianco esce fuori portato via dal soffio, si perde via dalla finestra, in un vortice di vento, fino a raggiungere il cielo blu.

E tutto l’amore di Teddy diventa soffice neve bianca e pura per il Natale più bello di Mila. La casa è coperta di bianco come una stella appena nata.

Mila guarda fuori la finestra.

Rimane incantata come una bambina. E’ tutto così puro.

L’anonimo festeggiato

sabato, 19 Dicembre 2009 by

Ogni anno, in questo periodo, c’è una celebrazione, e penso che verrà ripetuta anche quest’anno.  Durante questo periodo molte persone fanno spese per regali, ci sono molti annunci radio, pubblicità televisive, ed in ogni parte del mondo ognuno parla del fatto che il mio compleanno si stia avvicinando. E’ veramente bello sapere, che almeno una volta l’anno, qualcuno mi pensa.

Come certamente saprai, la celebrazione del mio compleanno è cominciata molti anni fa. All’inizio le persone sembravano capire ed essere grate per tutto quello che avevo fatto per loro, ma oggi nessuno sembra sapere la ragione di questa festa.

Le famiglie e gli amici, in questa occasione, si riuniscono e si divertono un sacco, ma non sanno il vero motivo di questa celebrazione.

Ricordo che lo scorso anno c’è stata una grossa festa in mio onore. Il tavolo era pieno di cibo delizioso, dolci, frutta fresca, frutta secca e cioccolato. Le decorazioni erano bellissime e c’erano molti, molti regali meravigliosamente incartati.

Ma, vuoi sapere una cosa? …Io non ero stato invitato!

Ero l’ospite d’onore e loro non si sono neanche ricordati di mandarmi un invito. La festa era per me, ma quando il grande giorno è arrivato, sono stato lasciato fuori, mi hanno chiuso la porta in faccia… e io che volevo stare con loro e condividere la loro tavola…Mah!

In verità non mi sono sorpreso di questo, perché negli ultimi anni sono sempre più numerose le persone che mi chiudono la porta in faccia lasciandomi fuori dalle loro case e dalle loro vite.

Comunque, dato che non sono stato invitato, ho deciso di entrare alla festa senza fare alcun rumore. Ero lì in piedi, in un angolo.

Stavano tutti bevendo, alcuni di loro erano ubriachi e raccontavano barzellette e ridevano per le cose più stupide. Si stavano proprio divertendo.

Oltre a tutto questo, un uomo grasso, tutto vestito di rosso, che indossava una lunga barba bianca è entrato nella stanza gridando: “Ho-Ho-Ho!”. Sembrava ubriaco. Si è seduto sul divano e tutti i bambini sono corsi verso di lui dicendo: “Babbo Natale, Babbo Natale”… come se la festa fosse stata in suo onore!

A mezzanotte poi, tutti cominciarono ad abbracciarsi, ho allargato anch’io le braccia aspettando che qualcuno mi abbracciasse, e …sai… nessuno mi ha abbracciato.

Subito dopo hanno cominciato ad scambiarsi i regali. Li hanno aperti uno dopo l’altro con grande trepidazione.

Una volta aperti tutti i regali ho guardato se forse ce n’era uno anche per me. Come ti sentiresti se al tuo compleanno tutti condividessero regali e tu non ne ricevessi neanche uno? Allora ho capito che non ero desiderato a quella festa e sono andato via in silenzio.

Ogni anno la situazione peggiora. La gente si ricorda solo di mangiare e bere, dei regali, delle feste e nessuno si ricorda di me.

Vorrei che per questo Natale almeno tu mi permettessi di entrare nella tua vita. Vorrei che riconoscessi il fatto che duemila anni fa sono venuto in questo mondo per dare la mia vita per te, sulla croce, per salvarti. Oggi, voglio solo che tu creda questo con tutto il tuo cuore.

Voglio condividere qualcosa con te. Molti non mi hanno invitato alla loro festa, ma io, molto presto, avrò la mia celebrazione: una grandiosa festa, come mai nessuno ha immaginato, una festa spettacolare. Sto ancora finendo di fare gli ultimi ritocchi. Oggi sto mandando molti inviti, e c’è un invito anche per te.

Voglio sapere se desideri venire, così ti prenoterò e scriverò il tuo nome in lettere dorate nel mio grande Libro degli invitati.

Soltanto coloro che sono su questa lista potranno partecipare alla festa. Chi non risponde all’invito sarà lasciato fuori. Preparati, perché quando tutto sarà pronto farai parte della mia grande festa.

Mi puoi rispondere personalmente e direttamente dal posto in cui mi puoi trovare: dal tuo cuore.

Ti aspetto! Ti voglio bene!

Firmato

l’anonimo festeggiato

Gesu che bussa alla porta del cuore

L’Aquila en rouge: Ricordi a scatti di un anno fa

venerdì, 18 Dicembre 2009 by

L'Aquila en rouge: Ricordi a scatti di un anno fa

Ricordi un anno fa? Eravamo ancora qui,
presi dalle nostre promesse,
mentre cercavamo i regali per i tuoi,
i bambini ci correvano incontro.
L’Aquila e il suo freddo ci insegnava ad essere caldi sotto le sue ali.
Ti ho promesso con uno sguardo e un bacio,
mentre ci perdevamo tra le antiche vie
di una storia orgogliosa e immutabile,
mentre i nostri amici ci aspettavano,
mentre le luci si accendevano
e le vie brillavano di Natale
nell’aria di dicembre. Leggi il resto di questo articolo »

The Marigold

sabato, 12 Dicembre 2009 by

The Marigold: Tajga, impressioni di ascolto.

Inserire il cd dei Marigold nel lettore è come aprire una porta per entrare in un luogo in cui il tempo scorre lento, la forza di gravità sembra quasi non esistere e le immagini si curvano come in preda a lievi campi magnetici.

Fuori dai canoni convenzionali ma assolutamente fruibile grazie alla sua ricerca della semplicità del linguaggio, Tajga è un lavoro importante che forse va oltre l’intenzione degli autori.

Infatti esso è a mio avviso il risultato di tre componenti principali:

Una notevole vena creativa in cui si tralasciano gli schemi classici per imboccare percorsi meno battuti dove da un lato è più facile muoversi, ma d’altro canto, è ugualmente facile perdersi cosa che non accade ai nostri.

Le esecuzioni sono di ottimo livello nonostante la pacatezza generale dell’album che, come è noto, non facilita il lavoro dei musicisti. La “ripetitività” di alcuni parti non preclude una certa freschezza che permane durante tutto l’ascolto dell’album e vorrei segnalare in particolare il lavoro estremamente paziente del batterista Giovanni Lanci.

La produzione a cura di Amaury Cambuzat e Deambula Records riesce tirare fuori un suono che non sembra provenire dal sud Italia ma da tutt’altra regione del mondo, magari nella parte più orientale del nord Europa o dell’occidente intero, che risuona in “Sin”, e comunque lontano dalla maggior marte delle produzioni USA.

L’intervento di Daniele Carretti (Offlaga Disco Pax, Magpie), al piano nella traccia che dà il titolo all’intero lavoro, è semplicemente prezioso e illuminato ed in genere risalta una notevole maturità stilistica, un suono naturale ed equilibrato a differenza del lavoro precedente in cui le basse frequenze prevalevano. Ben suonato, sussurrato, forse anche troppo, manca, a mio avviso di una sola cosa, la lingua italiana ma questo è un fatto di scelte.

TAJGA potrebbe essere steppa, aurora oppure un invito a tacere, una lama che risuona, un ritmo forse. Al primo ascolto l’album sembra lento ma con l’andare delle tracce si abbassa il minimo e si entra in sintonia col disco. Ogni traccia è un piccolo viaggio e bisogna solo svuotarsi le tasche, mettere da parte temporaneamente le proprie cose e lasciarsi condurre in un giro del mondo a bordo di questa musica sussurrata e sostenuta da un ottimo suono di basso tutto merito di Stefano Micolucci.

Tutti i brani sono interessanti come ad esempio “Exemple de violence” che quando smette di cullarti lascia un eco nell’aria come un venticello piacevole d’estate, oppure la maestosa ballad elettrica “Alone” che è il rumore delle onde sul bagnasciuga di una spiaggia sassosa del nord nebbioso della Francia.

Coerente il lavoro sulla grafica a cura di Kain Malkovich.

Sappiate che i soldi per l’acquisto del cd sono veramente ben spesi e che di certo se continueranno questo lavoro i Marigold guadagneranno un posto di primo piano nel panorama musicale europeo.

Se solo la band avesse il coraggio di osare la lingua italiana bella, chiara, in almeno una delle composizioni credo che farebbe il grande salto di livello agli occhi del pubblico nazionale e degli addetti ai lavori, bisognosi, a ragione o a torto, di certi punti fermi.

Ma .. a quando un live a Lanciano?

Per concludere spero di non fare torto a nessuno se faccio una menzione particolare per Marco Campitelli, leader e motore del gruppo, autore della maggior marte dei testi e delle musiche degli ambienti, del sound, delle parti e …mi fermo qui.

Complimenti!

Titolo Album: Tajga

Anno : 2009

Nome Gruppo: The Marigold

Componenti

Marco Campitelli: voices, guitars, 6 string bass, keyboards, violin, bow

Stefano Micolucci: basses

Giovanni Lanci: drums & electronic percussions

plus:

Amaury Cambuzat: guitars, snake guitars, keyboards, vocoder, e-bow, treatments

Daniele Carretti: piano on “tajga”

Produced & mixed by Amaury Cambuzat

Arrangements: Amaury Cambuzaz & Marco Campitelli

Words: Marco Campitelli

Music: Campitelli/Lanci/Micolucci except “tajga”: Campitelli/Carretti

Graphic and paintings by Kain Malcovich

Info: www.themarigold.com

Natale: amore e odio

giovedì, 10 Dicembre 2009 by

Cari lamentosi, eccomi di nuovo a porvi una questione sulla quale dare il vostro parere.

Considerando il calendario non potevo evitare di parlare del Natale e di tutto ciò che lo circonda…e mi sembra scontato al punto giusto! Allora, vorrei da voi un parere positivo e uno negativo sul Natale e mi raccomando non fate i disfattisti dicendo solo che odiate alberi, presepi, regali e quant’altro…ci sarà pure un aspetto positivo! A voi il compito di scovarlo!

Per me quest’anno l’atmosfera natalizia è meno pesante del solito. Ho apprezzato molto il fatto che negozi e tv abbiano aspettato un po’ prima di tartassarci, almeno così quando arriverà Natale non saremo già stufi da mesi di jingle bells. Come aspetto negativo purtroppo c’è sempre il ricordo di come era bello quando si era bambini e di come invece adesso sia un po’ vuoto, con famiglie sempre meno numerose.

Cari miei, a voi la parola.

Caccia ai simpatici nani

mercoledì, 9 Dicembre 2009 by

E inauguriamo una simpatica Caccia al Tesoro per le vie di Lanciano! Magari per esercitare meglio il nostro spirito di osservazione e scoprire, chissà, cose per noi nuove, ma lì da tempo…

Funziona così: vi lascio una foto sulla home e una su questa rubrica. In base a queste mi dovete semplicemente dire, tramite i commenti o la mailing, che via è e confidarmi il numero civico in segreto, in comunicazione privata, tanto per difendere la privacy dell’eventuale proprietario del particolare. Nel dire pubblicamente la via, nello scriverla, io non vi dirò se avete azzeccato o meno, perlomeno non in forma pubblica, ma una volta che trovo chi mi ha dato la risposta esatta comunicherò il vincitore in queste pagine in maniera ufficiale.

Che si vince? Premi a scelta, alquanto amichevoli, tra i quali:

– Una ironica recensione del vostro bagno di casa o di ufficio o di azienda da parte di Roger Vaters

– Un servizio fotografico vario e creativo da parte del Blow Up Studio a cura di Gianluca Scerni

– Dolci fatti in casa preparati o dalla Deliziosa o da Rò, a sorpresa

– Aperitivo offerto dal sottoscritto da gustare sulla terrazza di San Vito, in pieno relax pomeridiano

Detto questo, rintracciate il simpatico balcone con i simpatici nani, entro il 7 gennaio! (Per il numero civico mi basta quello posto sotto il balcone, da comunicarmi in forma privata e non pubblica). Vi allego la seconda foto e… buona caccia!

Caccia al tesoro

Caccia al tesoro

Caccia al tesoro

Caccia al tesoro

Il vincitore di questa caccia mentre sorseggia il premio!

Il vincitore di questa caccia mentre sorseggia il premio!